Dice il presidente della BCE, Mario DRAGHI, che la politica monetaria da sola non basta per far ripartire la crescita: “possiamo offrire tutto il credito possibile al settore privato, ma in certi paesi (Draghi non fa nomi, ma tra le vittime della lentocrazia c’è di sicuro l’Italia, ndr) ci vogliono mesi e mesi prima che un giovane imprenditore possa ottenere il permesso di aprire una società”. Dunque, il problema assillante della burocrazia, sul quale continua ad insistere anche il premier Matteo RENZI. Ma non solo: “E se poi questo giovane imprenditore desidera aprire un negozio o una società e alla fine ottiene il permesso ma poi viene schiacciato dalle tasse, allora non chiederà alcun prestito”.
Analisi perfetta: è quello che succede in Italia e che mina alle radici la possibilità dell'”agire imprenditoriale”, come lo definisce Bankitalia (si veda anche PIT STOP del 12 marzo 2014). Che si fa, allora, in concreto, per ribaltare questa situazione? Visto che si parla tanto di modelli, eccone uno già pronto e confezionato per l’uso. Lo ha raccontato benissimo, sul “Fatto Quotidiano” di mercoledi, Caterina SOFFICI, giornalista che vive a Londra. “Domenica ho comprato online una macchina usata. Lunedi serà era già sotto casa. Ho fatto tutto online, compreso il permesso di parcheggio e l’assicurazione (tagliando spedito via emali e stampato a casa). Non ho pagato tasse, marche da bollo, passaggi di proprietà o altro”. “Non ho avuto bisogno di Aci, né di notaio”, ha scritto la SOFFICI. Infatti. “E’ bastato andare a casa del tizio che vendeva l’auto, dargli l’assegno, scambiarsi i dati, firmare un tagliando con la variazione dei dati e spedirlo alla motorizzazione. Fine. Entro un mese arriverà per posta il nuovo certificato”.
E se si volesse aprire una società a Londra? Semplice anche questo. Restiamo al diario inglese. “Se volessi aprire un’attività a Londra, stasera potrei comprare online una società, come ho fatto con l’auto. I prezzi vanno delle 25 alle 250 sterline, a seconda della tipologia e di quello che devo fare. Domattina potrei cominciare a lavorare, le prime tasse le pagherei tra un anno e mezzo. E l’Iva, se il mio business ha un giro inferiore alle 85 mila sterline, non la pagherei proprio”.
Accade a Londra nel 2014. Non si potrebbe fare qualcosa di simile, subito, anche in Italia?